Waiting and memories

Scrivere con in mente una sola cosa è semplice, basta solo scrivere.

Le note di quella canzone viaggiano attraverso le stelle che hai dentro, attraverso i mari, le nuvole gonfie e bianche. Viaggiano fino ad arrivare a bruciarti il cuore, e attraverso le fiamme ricordi.

Quando scrivere diventa l’unico modo che hai per ricordare e mantenere viva dentro te la vicinanza, non riesci a smettere. Tutto riconduce lì e la voglia di fare qualsiasi cosa svanisce, come non ci fosse mai stato altro oltre a quello.

Come puoi vivere dopo aver vissuto così tanto? Come puoi trovare l’entusiasmo quando riesci a raggiungere il punto più alto della felicità e quella poi viene interrotta da un’altra, lunga attesa di una settimana?

Sei agoista forse, vuoi cose che non puoi avere, ma vabbé, ti chiedi “cosa posso farci? sono così…”.

Insegui egoisticamente cose non tue.

Forse, anche ora non è tua, e ti chiedi com’è possibile che riesca a dimostrarti così tanto da farti sentire unico al mondo. Poi torni con i piedi per terra e la verità è che non sei unico.

Eppure devi riuscire a vivere anche senza questa felicità, perché non ci sarà per sempre.

Alcune promesse non possono essere mantenute e purtroppo portano ad un’unica strada, la fine.

Come puoi però, vivere questa felicità quando hai un pensiero dentro te che ti logora, che ti dice “prima o poi finirà”, sai che si avvicina, lentamente ma si avvicina. Prima di allora devi costruire il più possibile, devi creare ricordi, momenti piacevoli e fare in modo che qualcosa rimanga.

 

Il Natale.

Una serie tv.

Un giorno della settimana.

Un videogioco.

Una battuta.

Un diario, e i ricordi più belli del vostro tempo insieme.

 

La canzone continua e il tuo cuore brucia sempre più, brucia e le fiamme arrivano fino in gola, lì preme, spinge finché dagli occhi non iniziano a scendere come due ruscelli lacrime salate, a quel punto piangi finché del tuo cuore non rimane solo cenere.

 

 

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