Marylou

Leggo qualcuno che scrive:

 

Ti diranno che l’empatia è una cosa bella. Ma non ti diranno che il senso di impotenza che proverai di fronte a tanto dolore sarà per te come una pugnalata al cuore. Ma ormai non potrai più tornare indietro, avrai già fatto la tua scelta.

 

come si evita ciò che non puoi controllare?

La vita è come una spirale, anzi, è come percorrere una spirale. Cammini fino ad arrivare al centro, lì troverai te stesso. L’ho sempre vista in questo modo.

Una volta al centro, ti siedi e osservi il cammino che hai percorso fino a quel momento, ti guardi tutt’intorno, vedi la spirale della tua vita e in quel momento decidi che fare.

Sotto di te non c’è nulla, il vuoto, puoi attendere la morte lì sulla punta della tua spirale o gettarti, senza sapere cosa ti aspetta. Un lancio nel vuoto.

 

Non so mai a chi scrivo… me ne rendo conto solo ora, scrivo “puoi”, “devi”, “fai” ma chi?

Penso di voler dare un nome a questa entità, questa persona, chiunque tu sia… vorrei darti un nome che è sempre stato, in qualche modo, fondamentale nella mia vita: Layla.

Layla è per me una persona che mi ha fatto scoprire cosa significa amare davvero.

Layla è una canzone di oltre 7 minuti, scritta per amore da Eric Clapton per la bella Pattie Boyd, la quale (ai tempi) non ricambiava.

Layla è il nome da cui deriva quello di uno dei personaggi dei fumetti che più amo, Reira (da Nana). Il cui nome (nella trama) deriva proprio dalla canzone di Clapton.

 

Eppure per quanto importante, sento che tu non sei Layla, ci vuole un nome più profondo, unico. Un nome che nella mia storia sarà associato solo a te. La canzone che sto ascoltando ora: Marylou.

Non mi sento di dare altro nome a quest’ombra con cui parlo.

 

Ebbene, Marylou, prova a rispondere a questa domanda.

Come si fa ad impedire ad una stella di spegnersi?

 

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Shadow

Ti senti di essere ciò che dicono che tu sia?

 

No.

 

Cosa ti senti di essere? Un’ombra, la sua.

Non appena il sole si gira verso di voi, tu sparisci.

 

Sei solo un’ombra. Sei assenza di luce.

Non sei niente.

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Waiting and memories

Scrivere con in mente una sola cosa è semplice, basta solo scrivere.

Le note di quella canzone viaggiano attraverso le stelle che hai dentro, attraverso i mari, le nuvole gonfie e bianche. Viaggiano fino ad arrivare a bruciarti il cuore, e attraverso le fiamme ricordi.

Quando scrivere diventa l’unico modo che hai per ricordare e mantenere viva dentro te la vicinanza, non riesci a smettere. Tutto riconduce lì e la voglia di fare qualsiasi cosa svanisce, come non ci fosse mai stato altro oltre a quello.

Come puoi vivere dopo aver vissuto così tanto? Come puoi trovare l’entusiasmo quando riesci a raggiungere il punto più alto della felicità e quella poi viene interrotta da un’altra, lunga attesa di una settimana?

Sei agoista forse, vuoi cose che non puoi avere, ma vabbé, ti chiedi “cosa posso farci? sono così…”.

Insegui egoisticamente cose non tue.

Forse, anche ora non è tua, e ti chiedi com’è possibile che riesca a dimostrarti così tanto da farti sentire unico al mondo. Poi torni con i piedi per terra e la verità è che non sei unico.

Eppure devi riuscire a vivere anche senza questa felicità, perché non ci sarà per sempre.

Alcune promesse non possono essere mantenute e purtroppo portano ad un’unica strada, la fine.

Come puoi però, vivere questa felicità quando hai un pensiero dentro te che ti logora, che ti dice “prima o poi finirà”, sai che si avvicina, lentamente ma si avvicina. Prima di allora devi costruire il più possibile, devi creare ricordi, momenti piacevoli e fare in modo che qualcosa rimanga.

 

Il Natale.

Una serie tv.

Un giorno della settimana.

Un videogioco.

Una battuta.

Un diario, e i ricordi più belli del vostro tempo insieme.

 

La canzone continua e il tuo cuore brucia sempre più, brucia e le fiamme arrivano fino in gola, lì preme, spinge finché dagli occhi non iniziano a scendere come due ruscelli lacrime salate, a quel punto piangi finché del tuo cuore non rimane solo cenere.

 

 

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Il tuo nome… è Chihiro ♡

Chihiro: C’è ancora il mio bigliettino d’addio! Chihiro… Chihiro è il mio nome vero?
Haku: È così che Yubaba ti controlla, rubandoti il nome. Perciò non perdere il bigliettino, nascondilo! D’ora in poi fatti chiamare Sen.
Chihiro: Non dimenticherei il mio nome, è lei che me l’ha rubato.
Haku: Se te lo dimentichi non potrai più tornare a casa. io ho fatto di tutto per ricordare il mio.
Chihiro: Non ricordi il tuo nome?
Haku: No, ma per qualche strano motivo ricordo il tuo!

 

 

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Parole

Le parole feriscono molto più di qualsiasi gesto.

Le parole semplici e apparentemente innocue sono quelle che fanno più male di tutte.

 

Poche semplici parole hanno il potere di riportarti con i piedi per terra, diventa peggio poi quando dopo essere tornato a camminare ti investe pure un tir…

 

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