Aldebaran

Quando ti ritrovi con dubbi che non sono tuoi, non puoi fare altro che attendere che vengano dissipati da qualcun altro.

Generano ansia e preoccupazioni (inutili). Ti ritrovi in una situazione in cui attendi qualcosa che non dovresti attendere. Vuoi qualcosa che non dovresti volere eppure, senti che è qualcosa che è già lì ma non puoi afferrarlo.

Perché dobbiamo ricoprirci di paure quando si tratta di fare scelte drastiche? specialmente quando sappiamo che molti altri non le condividerebbero.

Sembra ingiusto, anzi lo è.

Bisognerebbe essere liberi di scegliere, liberi di prendere ciò che abbiamo già e farlo nostro. La sofferenza fa parte di tutto e la si ritrova in ogni aspetto, può essere motivo di riflessione ma non deve essere mai un freno.

 

Quando poi ti ritrovi davanti a gesti sconsiderati ma così intensi che ti bruciano il cuore come un sole, allora finisci a sperare davvero di poterli rivivere ogni volta che vuoi.

 

Quando inizi a guardarti intorno e ogni cosa che vedi e che possiedi riconduce lì, sembra davvero che il mondo ti abbia preparato unicamente a questo momento. Vecchi ricordi ed esperienze che riaffiorano e si concentrano in un solo punto. Una sola persona che racchiude tutto, e dentro sé è come una grande gigantesca stella.

La rivedi nel cielo stando seduto su una panchina, ti sembra di vederla per la prima volta eppure lei è sempre stata lì, già la conoscevi, e già vi legava l’un l’altra.

 

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Pioggia

 

Piove… sia fuori che dentro.

 

 

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Dolore

“Dio non ci mette alla prova più di quanto non lo possiamo sostenere”

Non sono credente ma non riesco a fare a meno di pensare che sia davvero così. Una lieve speranza che questa affermazione sia effettivamente vera rimane accesa come la debole fiamma di una candela ormai consumata.

Non riusciamo ad essere felici con quel che abbiamo, siamo fatti così. Vogliamo di più, vogliamo che alcune cose cambino o che alcune possano restare così per sempre. Siamo una macchina che non si ferma mai, come un ruscello, come l’acqua che scorre.

Anche quando senti inspiegabilmente un vuoto, profondo e improvviso, cerchi di concentrarti su altro ma non riesci a smettere di pensare. La mente non si ferma e vaga, naviga tra i pensieri. Pensi al lavoro, alla giornata appena passata, poi ragioni, rifletti, codici, non riesci a staccare e continui a pensare anche se esci, ti svaghi, incontri gente ma la tua mente è sempre in movimento oltre il necessario, oltre il dovuto, lavora e non si ferma. Pensi e ogni tanto tra i pensieri compare un volto, lo sposti da una parte ma inevitabilmente torna di fronte a te così vai più a fondo, ti concentri, scrivi e disegni..schemi, grafici, diagrammi strutture algoritmi funzioni classi oggetti metodi moduli pacchetti, poi tutto si spegne e ti addormenti.

 

Ti hanno mai detto che sei acqua? come puoi essere “qualcosa di pulito che fa un rumore costante come un torrente e che lava via tutto lo sporco del mondo”, quando quello che ti senti è un fiume in piena? Una diga distrutta, non sei un ruscello o un torrente, sei un oceano che non riesce a limitare i propri sforzi e fa troppo, troppo per qualcuno, troppo per qualcosa, troppo. Stai sbagliando o sei solo confuso? Sei stupido.

E’ stupido commettere errori e poi tentare di risolverli quando è troppo tardi.

Sei solo, e c’è una cosa che sai fare bene, provocare dolore. Le parole fanno male ma il silenzio ancora di più. Un silenzio durato troppo tempo, un silenzio violento e schiacciante come un martello.

 

Sei acqua? o sei solo un uragano passeggero, che investe, distrugge, cambia la vita delle persone in modo radicale e poi sparisce.

 

Cosa sei? Cosa sei davvero?

Ti senti qualcosa di eccessivo, sei come un’esplosione continua, qualcosa che brucia, un sole, energia pura racchiusa all’interno di qualcosa, un universo…un universo racchiuso in una gabbia.

 

Sei davvero acqua? o sei una fiamma? oppure la solida terra o il vento leggero o il ghiaccio, l’erba, il legno, la pietra, l’energia, l’ombra, la luce. Cosa ti senti? Non lo so, quello che so è che qualcuno ti vede come acqua, acqua che scorre e spazza via tutto, sei davvero in grado di pulire il mondo? Forse no, ma la vita di quella persona forse sì.

Otterrai qualcosa in cambio? Probabilmente non ciò che il tuo egoismo vorrebbe, otterrai comunque qualcosa di prezioso. Qualcosa che solo tu avrai al mondo, nessun altro riceverà quello che avrai, nessuno potrà mai ottenerlo, perché nessuno è mai andato tanto a fondo come hai fatto tu. Hai mai toccato il fondo del cuore di qualcuno? sei mai arrivato a sfiorarlo con le dita?

 

Esiste in questo mondo qualcosa che nessuno ha mai visto. Si tratta di qualcosa di gentile ed estremamente dolce. Presumo che se fosse possibile vederlo, tutti finirebbero per desiderarlo. Ed è per tale motivo che il mondo l’ha nascosto. Per assicurarsi che non potesse essere ottenuto con facilità. Ma prima o poi qualcuno lo troverà. L’unica persona destinata ad ottenere quel qualcosa, l’otterrà senza meno. È così che ha stabilito il destino.

~Toradora

 

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Gift

Un regalo cosa deve essere?

Il regalo è il gesto o quello che il destinatario riceve? ma vabbè… anche il gesto è “ricevuto”. Vabbè come sempre i pensieri viaggiano nella direzione sbagliata.

 

Sono dell’idea che se devi fare un regalo a qualcuno di speciale allora anche il regalo deve esserlo. Ho sempre optato per qualcosa di unico in questi casi, qualcosa di originale.

Qualcosa che faccia sentire questa persona come se fosse l’unica al mondo ad averlo.

 

Ho trovato qualcosa, una cosa unica, comune ma di per sè unica. O meglio…rara.

Non è raro perché è difficile trovarlo, lo è perché nessuno è interessato ad averlo, il che lo rende unico.

Mi auguro solo che possa essere una luce nella vita della persona che lo riceverà.

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The End of Evangelion

Il 4 ottobre 1995 andò in onda in Giappone il primo episodio di Neon Genesis Evangelion.

Nel 12 dicembre del 2000 finalmente compare su MTV Italia.

Novembre 1997: la Panini inizia la pubblicazione del manga. In Giappone la pubblicazione era iniziata 2 anni prima, nel 1995.

 

Dopo 19 anni, la serie si conclude in grande stile con l’uscita in contemporanea mondiale dell’ultimo volume. La Premium Edition (di cui sono un fortunato possessore da quest’oggi alla faccia vostra –> img <—), edita solo in Giappone in edizione limitata, contiene un porta libri per tutta la collana, un booklet con alcune illustrazioni di Sadamoto e un cd audio con alcune canzoni che il disegnatore ascoltava durante il lavoro.

Vorrei soffermarmi su quest’ultimo, lo sto ascoltando adesso, mentre scrivo. L’unico commento che mi viene è ci sta. Sì perché anche se mi sforzo non trovo altre canzoni più adatte di queste.

Pensare di ascoltare le canzoni che Sadamoto ascoltava mentre con la sua matita disegnava quelle illustrazioni che ora sono stampate sui fumetti che ho sulla mensola mi esalta troppo.

Evangelion è indubbiamente uno di quegli elementi che hanno contribuito a rendermi quello che sono oggi. Vederlo concludere, anche se solo in parte (manca sempre l’ultimo film del Rebuild), mi lascia spaesato e con un vuoto enorme nel petto.

Mi ha accompagnato per 14 anni della mia vita e posso solo dire che senza questa serie, la sua storia, i disegni di Sadamoto e quella faccia da culo di Anno probabilmente sarei una persona molto diversa.

Quando avevo 13 anni passavo la sera ad ascoltare a ripetizione la OST contenuta nel primo cd (Neon genesis Evangelion – Original Soundtrack 1). Qualche anno prima andavo su WinMX e siti jappi poco affidabili per cercare di scaricare il film “The End of Evangelion”.

Le carte da collezione, gli artbook, il Red Cross Book, e tanti altri piccoli cimeli raccolti negli anni non possono neanche lontanamente dimostrare quanto questa serie sia importante e abbia modellato il mio carattere.

Attendo con ansia l’ultimo volume in italiano, lo leggerò, morirò un po’ dentro perché so per certo che quel bastardo di Anno avrà preparato un mindfuck assurdo, ma non importa… Evangelion è Evangelion.

 

Ho sentito la necessità di scrivere un post del genere, dovevo farlo. La conclusione di questa serie non farà che aumentare l’affetto che provo per lei e va bene così. Ho scritto questo post ascoltando le canzoni che Yoshiyuki Sadamoto ascoltava mentre disegnava, mi ha fatto piacere farlo e sarò felice di leggere l’ultimo volume. Non importa come si concluderà la storia, l’importante sono le emozioni che mi ha trasmesso in questi 14 anni.

 

Grazie ♡

 

 

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